Le acque meteoriche rappresentano una fonte rinnovabile e locale e richiedono trattamenti semplici ed economici per un utilizzo limitato a certe applicazioni. In generale, gli impieghi che si prestano al riutilizzo delle acque meteoriche riguardano usi esterni, come:
- l’irrigazione di aree a verde, prati, giardini, orti;
- il lavaggio di aree esterne (strade, piazzali, parcheggi, balconi) e automobili;
- usi tecnologici (ad esempio acque di raffreddamento);
- alimentazione delle reti antincendio;
e usi interni agli edifici, come:
- l’alimentazione delle cassette di risciacquo dei WC;
- l’alimentazione di lavatrici;
- usi tecnologici relativi, come ad esempio sistemi di climatizzazione passiva/attiva.
Un moderno sistema di raccolta della pioggia è semplice; si basa fondamentalmente su tre elementi:
- la rete che raccoglie le acque dalla superficie drenata e le filtra prima di immetterle nella cisterna;
- la cisterna;
- il sistema di sollevamento e distribuzione delle acque per gli usi previsti.
Forse l’aspetto più critico della progettazione di un sistema di raccolta della pioggia è la stima delle quantità di acque ottenibili in funzione delle superfici di raccolta a disposizione e del volume necessario ad immagazzinarle, che dipende dalla distribuzione media delle piogge e dalle variazioni di uso nei diversi periodi. In genere i sistemi di “rainwater harvesting” tendono a raccogliere le acque che non rischiano di essere contaminate: si limitano quindi ad usare come superfici di raccolta i tetti o i terrazzi delle case.
